Comfort says we're fine
Passeggiando tra le case di notte, si viene avvolti da un silenzio sospeso, un respiro dormiente in cui la mente trova la libertà di espandersi, i pensieri si rimescolano e le emozioni si assottigliano. È come se, nel buio, si potesse respirare più profondamente, con ogni parte di sé. Questa immersione nel silenzio genera un delicato equilibrio di sensazioni contrastanti: da un lato, l’intimità e la familiarità del momento, calde e rassicuranti; dall’altro, una tensione sottile, un’atmosfera fatta di mistero, desolazione e solitudine.
La luce che filtra da una finestra diventa l’unica voce che interrompe il buio. Ma in quella luce si nascondono storie intrecciate, personali, uniche, eppure accomunate dalla stessa cornice: un edificio condiviso, un luogo costruito e vissuto. Uno sguardo oltre il vetro offre solo un frammento, un’eco di un mondo più vasto, carico di significati. Intimità e mistero, sicurezza e ignoto convivono, offrendo l’esperienza di sentirsi a casa in una solitudine condivisa, una confortante alienazione.